martedì 27 maggio 2014

Fiammifero


"Tirandosi su a sedere, trovò la stanza immersa in un'oscurità funeraria: si era spento anche il lume sull'altare. Si alzò barcollante dal letto e accese un fiammifero dopo l'altro finché la lampada sacra riprese vita."
pag.522


Il fiammifero consiste in un bastoncino di legno con un estremità ricoperta da un miscuglio di sostanze chimiche comburenti in grado di prendere fuoco tramite sfregamento con una superficie ruvida. La nascita del primo fiammifero viene fatta risalire al 1827 ( 4 anni dopo l'invenzione dell'accendino ) ad opera del chimici britannico John Walker che riprese gli studi sull'argomento già analizzati dal famoso Robert Boyle  più di cento anni prima. Il prototipo di fiammifero di Walker consisteva nella combinazione di solfato di antimonio, clorato di potassio, gomma e amido che permettevano un accensione rapida, ma molto violenta. Fu proprio la violenta accensione a produrre effetti collaterali notevoli che spinsero alla sperimentazione di nuovi composti meno pericolosi. Nel 1831 in combinazione agli elementi già presenti venne aggiunto alla composizione il fosforo bianco che consentiva un'accensione più delicata, ma che in compenso risultava molto dannoso per i lavoratori che ne venivano a contatto. Pochi decenni dopo in molti paesi fu vietato l'utilizzo del fosforo bianco nei fiammiferi e non solo, questo venne rimpiazzato dapprima da composti contenenti piombo ( anch'esso tossico anche se in misura minore ) e poi da altre sostanze, quali fosforo rosso solfuro di alluminio nei cosiddetti fiammiferi di sicurezza svedesi nei quali i componenti della combustione erano in parte sul fiammifero e in parte su strisce di fosforo rosso e vetro in polvere. Questo separazione degli elementi dell' accensione assicurava sicurezza e prestazioni elevate.


Scatola di fiammiferi di sicurezza


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